Nell’ OXI la battaglia per una Europa migliore

Quella di ieri è stata una giornata storica. Una data che verrà ricordata nella storia del cammino verso la costruzione di una vera Unione Europea, il cui insegnamento deve ora solo essere colto con coraggio e lungimiranza.

Il referendum di ieri non era un referendum “Dracma vs Euro”, come un Renzi completamente renzi twitteresautorato dai tavoli delle trattative ma ben arrogante su twitter ha cercato di far passare come chiave interpretativa. Le ragioni dell’ ‪#‎OXI‬ (NO) erano quelle di chi sosteneva “vogliamo restare in Europa e nell’euro, ma non accettiamo più le politiche di austerità che ci hanno portato solo macerie”. Un quesito che era già oltre i punti del singolo accordo (sul quale effettivamente si può riconoscere che pure da parte greca si poteva fare di più) e che riguardava le politiche di austerità in generale. Politiche su cui lo stesso FMI, pungolato pure dal “sinistrissimo” congresso USA ( http://ilmanifesto.info/congresso-usa-schiaffo-a-lagarde-e-al-fmi/ ), pare ora fare marcia indietro.

Quella di ieri è stata prima di tutto una vittoria del popolo greco, non la battaglia dei “baby pensionati per difendere le loro pensioni” ma una battaglia di giovanissimi e meno giovani, basta vedere i volti della oceanica manifestazione a sostegno del NO per capirlo;piazza syntagma ed è stata la vittoria del suo governo, che ora potrà presentarsi con un maggior peso contrattuale nelle trattative.
Ma è stata anche una vittoria di tutti gli europeisti veri di ogni paese. Perchè è chiaro che da quel voto passava anche la battaglia per un’altra europa. Un europa in cui non ci sono “stati guida” e “stati guidati”, ma in cui vi è una condivisione di destini e solidarietà fra stati membri.

I leader socialisti europei in tutto questo? Non pervenuti. Incredibile come non siano stati capaci di fare frontevolti piazza syntagma comune con Tsipras per cercare di cogliere l’occasione della crisi greca per creare finalmente un’europa basata non più sul rigore ma sulla solidarietà, e con una maggior integrazione economica. Abbiamo visto sostenere che con la ‪#‎Grexit‬ non ci sarebbero state conseguenze per l’Italia. Della serie “è un problema loro, chisseneimporta”.
In barba a tutta la retorica del “ci vuole più europa”, “basta austerità”. Renzi, Hollande, Sigmar Gabriel, Schulz completamente schiacciati sulle posizioni della Merkel e del PPE. Elaborazione Politica Zero. Visione dell’Europa Zero. Coraggio e originalità Zero.

Se mai avremo un’Europa come quella sognata da Altiero Spinelli questa arriverà grazie a battaglie come quelle di Syriza e di Tsipras, e non certo grazie ad atteggiamenti pavidi come quelli mostrati dai leader socialisti europei in questa fase. Spero che da questi avvenimenti possa nascere una riflessione che porti a capire cosa intendiamo noi del PSE per “europeismo”.

A Cesena una rivoluzione contro il consumo del suolo

Storica giornata ieri per Cesena.
Con il voto del Consiglio Comunale 128ettari prima edificabili tornano agricoli. Una rivoluzione che potrebbe fare scuola nella lotta alla cementificazione del territorio, il cui merito va al centro-sinistra e all’assessore all’urbanistica Orazio Moretti.
Per chi avesse voglia di leggere, ecco il testo del mio intervento di ieri in Consiglio.

“Grazie Presidente,
oggi in Consiglio Comunale portiamo a compimento un percorso che partì nel 2013 quando alla biblioteca malatestiana fu presentato il documento “Cesena Visione Strategica 2030” che indicava le strategie di fondo del futuro Piano Strutturale Comunale.

Documento che si articolava su dieci strategie, fra cui:
– inserire Cesena nella “città romagna”
– sviluppare l’edilizia sociale
-puntare sulle infrastrutture della sostenibilità (parcheggi scambiatori, piste ciclabili ecc.)
ma in particolare:
– fermare il consumo del suolo
– puntare sulla rigenerazione urbana e riqualificazione delle aree dismesse
– offrire nuove aree industriali solo a fronte di specifici piani industriali

Strategie che prendono forma da due importantissime e fondamentali prese di consapevolezza:
●che il suolo sia una risorsa finità e non riproducibile.
●che dalla drammatica crisi dell’edilizia non si possa uscire con il modello che ha retto fin qui
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Consiglio visione: HUNGER

Strana coincidenza vuole che in un breve arco di tempo siano usciti nella sale cinematografiche 2 film molto forti. Uno è “DIAZ” di Daniele Vicari, l’altro è “HUNGER” di Steve Mc Queen. Entrambi i film hanno in comune una grande quantità di manganellate, ed entrambi alla fine ti lasciano un nodo in gola; ma mentre Diaz ci ricorda fatti terribili della nostra storia recente, Hunger racconta una storia che non tutti conoscono, e chi forse la conosceva ormai non se la ricorda più. Continue reading

Il depotenziamento di un bene comune

Pochi giorni fa (28 dicembre) è uscita su l’Unità un’inchiestà molto interessante su ciò che sta avvenendo e avverrà con NTV, la nuova compagnia privata dell’alta velocità che a Marzo 2012 dovrebbe iniziare a circolare nel nostro paese.
La vuota retorica attorno a questa vicenda è imperante: questi nuovi treni porteranno modernità, riduzione dei costi, libera concorrenza, benessere e tanto altro ancora.
Con questo articolo vorrei fare qualche considerazione per dire che non è detto che sarà così.
Non voglio usare numeri, ammetto che non ne ho molti a disposizione, voglio fare un ragionamento generale.
Ferrovie dello Stato è un’ azienda controllata dallo Stato che gestisce salvo rare eccezioni tutta la rete e i servizi: dalla sperduta stazione del piccolissimo centro, alla grande stazione del capoluogo, dai treni super veloci che nelle ore di punta fanno Milano-Napoli in 4 fermate, al trenino regionale che a mezzanotte fa 12 fermate fra Rimini e Bologna. Lo scopo è quello di tenere collegato un intero paese “facendo sistema”, dirottando cioè parte dei proventi dai treni che guadagnano a quelli che hanno i conti in rosso. Ci si domanderà “ma perché fare girare un treno se è in rosso?”, perchè è un servizio. Imprenditorialmente parlando non lo farebbe nessuno, ma se sei un azienda controllata dallo Stato, e che quindi mira ad un interesse generale, lo devi fare per garantire il trasporto, a prezzi accessibili, a quelle persone che altrimenti non riuscirebbero a muoversi. Continue reading

Indro Montanelli: una breve antologia per una riscossa civica

Dal 22 luglio appena trascorso sono passati dieci anni dalla scomparsa di Indro Montanelli. Era il 22 luglio del 2001. Io avevo 13 anni, e proprio in quei giorni iniziavo ad affacciarmi alla politica con i fatti del G8 di Genova che, con la loro violenza ma al contempo il loro slancio giovanile carico di sogni (oggi considerati superati) , costituirono uno scossone molto forte . Troppo giovane quindi per averlo visto all’ opera nel mezzo dell’ agone politico, ma non a tal punto da non essere in grado di avvertirne la fama e lo spessore. La mia personale (ri)scoperta di Montanelli avvenne in un momento ben preciso, quando uscendo dal teatro dove avevo visto lo spettacolo di Marco Travaglio “Promemoria” comprai al banco dei libri “Montanelli ed il Cavaliere”. A questo se ne aggiunsero altri che citerò man mano.
Con questo articolo più che un saggio su Montanelli vorrei fare una breve antologia di suoi scritti. E questo essenzialmente per due motivi. Il primo risponde alla domanda “a chi importerebbe il mio parere su Montanelli?”: a nessuno. Appunto. Alle tante voci che si mescolano nel coro dei commentatori, alcuni autorevoli, altri meno, una in più non servirebbe a nulla.
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