
Tutti gli anni, il giorno della Festa Internazionale delle Donne viene usato come spunto per parlare della condizione della donna in Italia e nel mondo, di come essa sia ancora in molti, troppi, casi svantaggiata rispetto alle controparti maschili: i femminicidi aumentano anche quando i reati violenti in genere diminuiscono, i sempre più numerosi report di molestie e violenze sul posto di lavoro, il gender pay gap non accenna a diminuire, la popolazione trans mtf continua a essere uno dei gruppi con il più alto tasso di mortalità.
Quest’anno a tutto questo si aggiunge un ulteriore livello di difficoltà: la pandemia da Covid 19, che ha esacerbato tutti questi aspetti. Nel 2020 i casi di femminicidio hanno continuato a salire (dati Eures), mentre sembrano diminuiti i reati come stalking, stupri e maltrattamenti (almeno nei primi quattro mesi dell’anno, da maggio hanno cominciato a risalire, in corrispondenza del termine del lockdown nazionale).
Purtroppo, su quest’ultimo dato le fonti sono d’accordo: non è veritiero, in quanto nella maggior parte dei casi il colpevole è il partner, e la situazione di lockdown ha visto tante donne chiuse in casa a subire le violenze senza possibilità di denunciarle. Calano quindi le denunce ma non i contatti con i centri antiviolenza, che sono aumentati in tutt’Italia, a dimostrazione del fatto che la tragedia è tutt’altro che terminata.
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