
Dialogo con il Senatore Gianni Pittella e l’Assessore alla Cultura Carlo Verona sulle ragioni del NO al Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre.
Dialogo con il Senatore Gianni Pittella e l’Assessore alla Cultura Carlo Verona sulle ragioni del NO al Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre.
Tra poco più di un mese le cittadine e i cittadini di tutta Italia si dovranno recare alle urne per il Referendum Costituzionale sul taglio dei parlamentari del 29 marzo prossimo.
I media nazionali sembrano aver completamente rimosso questa importante tornata elettorale. Per aiutare a rompere questo muro di indifferenza, almeno localmente, abbiamo deciso di uscire allo scoperto e di assumere pubblicamente una posizione, chiara e netta: per noi è NO!
Con coraggio diciamo NO perché la riforma, scritta senza essere integrata in alcun progetto costituzionale complessivo e a fronte di un irrisorio metà caffè risparmiato all’anno per cittadino, porterà non solo alla diminuzione dell’efficienza del Parlamento – meno contatto fra eletti ed elettori, più potere ai capi di partito – ma soprattutto porterà ad una inferiore rappresentanza territoriale laddove, invece, è importante far sentire anche la voce dei centri meno popolosi. Purtroppo la riforma andrà a colpire soprattutto le regioni medio-piccole. Dunque, anche la nostra Romagna si troverà ad avere meno rappresentanti in Parlamento.
Quindi, nelle prossime settimane, porteremo avanti con convinzione la campagna per il NO. Chiunque desideri approfondire il tema o darci una mano può scrivere al nostro indirizzo e-mail gdcesena@gmail.com, rimaniamo a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.
Siamo in campagna elettorale e tutti promettono di tutto. Noi siamo diversi e vogliamo mantenerci diversi. Per l’Italia proponiamo impegni concreti, realizzabili e a portata di mano.
Accettiamo questa sfida per il futuro di tutti, da affrontare con serietà e concretezza.
Alle Elezioni Politiche del 4 marzo 2018 vota Fabrizio Landi e il Partito Democratico.
Ecco una sintesi del nostro programma elettorale. Continue reading
Tratto da: “Uniradio Cesena”
Scritto da: Alessia Jambice, 26 gennaio 2016
Il 23 gennaio, Cesena è scesa in piazza facendo la storia e lo ha fatto con grande dignità.
Milleduecento persone si sono date appuntamento in Piazza Mario Guidazzi alle 15.30 sfoggiando sorrisi e colori sgargianti. Non è stato un caso che fossimo lì quel giorno: la direzione nazionale Arcigay ha indetto un raduno su tutto il territorio nazionale e lo dimostrano le testimonianze delle oltre cento piazze italiane gremite di persone che urlavano il loro “sì” al DDL Cirinnà. Noi cesenati poi, avevamo un altro motivo per essere presenti in piazza sabato. Nello stesso giorno infatti il movimento delle “Sentinelle in piedi” ha organizzato una veglia, con raduno regionale, in Piazza del Popolo.
Tutto nasce qualche settimana prima, tra una manciata di Giovani Democratici e il presidente del circolo Alan Turing di Rimini, Marco Tonti. Sono anni che collaboriamo e ci inventiamo sempre un modo nuovo di sostenere i nostri principi, insieme. Questa volta, a pochi giorni dall’inizio della discussione in parlamento del DDL Cirinnà, abbiamo sentito la necessità di differenziarci in qualche modo da chi scendeva in piazza nel resto d’Italia e l’iniziativa delle sentinelle ci ha confermato che avevamo imboccato la direzione giusta. Ci siamo detti che manifestare la nostra presenza fisicamente, con i bellissimi palloncini di “Un Secco No” di Forlì e il contagioso entusiasmo dei ragazzi di Over the Rainbow di Lugo in sincronia con il resto del Paese fosse fondamentale ma che rispondere a tanta opposizione con una porta spalancata su dialogo e dibattito fosse un dovere morale imprescindibile.
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Da troppi anni l’Italia aspetta una legge che riconosca diritti e doveri alle coppie dello stesso sesso, tant’è che siamo rimasti gli ultimi in Europa a non avere alcuna forma di riconoscimento per queste coppie.
I Giovani Democratici di Cesena (assieme anche alle altre federazioni romagnole di Forlì, Imola, Ravenna e Rimini) hanno scelto di esprimersi congiuntamente con le oltre ottanta manifestazioni di “Svegliati Italia” previste sul territorio nazionale indette per la data del 23 gennaio dall’associazione Arcigay, ma distinguendone le modalità affinché il risultato possa essere quanto più possibile in linea con lo spirito dell’operato di tanti giovani che credono nella giustizia e nell’uguaglianza. Per questa ragione abbiamo scelto di non limitarci ad un simbolico raduno in piazza, ma di creare un importante momento di dialogo tra cittadinanza e istituzioni in cui le opinioni, le perplessità e finanche i dubbi di ciascuno, senza alcuna distinzione o discriminazione, possano trovare voce e, ci auspichiamo, una risposta; e non condividiamo chi vuole ridurre questo lavoro ad una semplice “contromanifestazione”.
Per questi motivi, oltre a partecipare assieme alle altre manifestazioni al ritrovo in Piazza Mario Guidazzi alle 15.30 e al successivo flesh mob in Piazza Giovanni Paolo II, abbiamo organizzato, presso lo storico Palazzo del Ridotto un momento di riflessione.
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