Che fine hanno fatto i giovani in politica?

Da “La Parola”, rivista di cultura politica in Romagna

Scritto da Valeria Gualdi in maggio 2013

Titolo originale: “La partecipazione politica giovanile a Cesena: voci e problemi di una generazione troppo spesso ignorata”

Stasburgo GD ERSe nella tradizione democratico-rappresentativa legittimità e fiducia sono assorbite e unificate attraverso il meccanismo elettorale di cui il voto è l’atto di massima simbolizzazione, qualcosa è oggi decisamente mutato. Che il partito in grado di capitalizzare il maggior numero di consenso sia quello del non-voto è il mantra che le molte voci del dibattito pubblico recitano incessantemente, alimentando la favola della passività civile dilagante.

L’astensione in perenne crescita è certo la novità politica ormai divenuta norma, anche a causa dell’insipienza di una classe politica incapace di far fronte alla sempre più netta (e traumatica) rottura del rapporto tra rappresentati e rappresentanti. Rottura dal volto però ancor più inquietante se si considera la distribuzione anagrafica della disaffezione: è tra le giovani generazioni che si conta infatti la maggior parte di astenuti.

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