Lavoratori stagionali: una norma da cambiare

la riviera romagnola è per sua natura la patria del lavoro stagionaleLa riforma del lavoro cambia di molto la condizione dei lavoratori stagionali che in buona parte sono giovani. Qui in Emilia-Romagna ci sono molti ragazzi che svolgono lavori stagionali nel settore turistico/commerciale e questa riforma del lavoro peggiora molto la loro condizione.

Ai lavoratori stagionali viene assicurata infatti un’indennità di disoccupazione corrispondente al periodo di lavoro. Con la riforma si aumenta in parte l’entità dell’indennizzo ma si dimezza il periodo di fruizione producendo un saldo economico negativo e dimezzando i periodi di copertura previdenziale. I contributi figurativi che lo Stato versa nei periodi di disoccupazione non saranno infatti conteggiati se il lavoratore non raggiungerà i 35 anni di contributi e questo rappresenta un limite irraggiungibile per precari e stagionali e creerà solo risparmi per lo Stato ma sulla pelle dei più deboli. Oltre a questo aumenterà anche il numero di settimane lavorative per poter ottenere la disoccupazione.

Altro problema è quello relativo alla mini Aspi (assicurazione per l’impiego) dove è stato inserito il limite di anzianità contributiva a 24 mesi e soprattutto un anno di contribuzione nell’ultimo biennio. Questo significa che per poter ottenerla si deve aver lavorato almeno due anni prima (tagliando fuori quindi i giovani alle prime esperienze) ma cosa ancora più grave non possono essere lavoratori stagionali coloro che debbono aver lavorato 12 mesi negli ultimi due anni! Nessuno stagionale avrà mai questi requisiti che infatti sono requisiti che erano previsti per l’indennità di disoccupazione ordinaria e proprio perché i lavoratori stagionali non rientravano quasi mai in quei limiti era stata creata la disoccupazione a requisiti ridotti. Ora questi giovani sono tagliati fuori da tutto! Togliere o ridurre l’indennità di disoccupazione vuol dire rinunciare a qualsiasi forma di incentivo per evitare il lavoro nero e irregolare. Vuol dire spingere i nostri giovani a non intraprendere il lavoro nel settore turistico perchè estremamente sconveniente rispetto ad un qualsiasi altro settore. Vuol dire rinunciare ad una professionalità locale e formata che sarà certamente sostituita da un lavoratore mordi e fuggi, pronto a lavorare sodo nel periodo estivo rinunciando a qualsiasi tutela.

Come Giovani Democratici di Rimini e come Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna chiediamo quindi che queste norme siano modificate perché così come sono presenti nella riforma sono sbagliate e dannose per i tanti giovani che non trovano lavoro e che quando lo trovano oltre ad essere spesso poco gratificante risulta essere anche, come in questo caso, non conveniente. Chiediamo quindi attenzione e rispetto per una categoria di ragazze e ragazzi che non meritano da questo governo simile trattamento e auspichiamo che nel corso dell’iter parlamentare si possano apportare le modifiche necessarie.

Giovanni Carghini, Segretario Giovani Democratici Rimini
Vinicio Zanetti, Segretario Giovani Democratici Emilia-Romagna

Comments

comments

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.