Cultura a Cesena e fundraising

Biblioteca MalatestianaIn questi mesi sul centro storico di Cesena è inutile ricordare che sono stati spesi fiumi di parole e d’inchiostro, a volte e spesso solo per poter vedersi pubblicato sui giornali locali il proprio comunicato e per crear polemiche sterili senza poi proporre vere soluzioni, e si è sempre rimasti fossilizzati su i soliti due temi: Piazza della Libertà e la Biblioteca Malatestiana. Ebbene io voglio parlare di tutt’altro.
Allora, senza giri di parole, com’è sempre risaputo la cosa che frena le Amministrazioni a non portare avanti progetti in campo culturale sono la mancanza di soldi. Quindi al giorno d’oggi è importante trovare risorse nella cultura anche dai privati. Negli ultimi dieci anni in Italia i finanziamenti pubblici alla cultura sono passati da 7,5 miliardi a 5,8 miliardi, una riduzione del 24% circa.
Già in passato, in antichità, si faceva così: c’era un mecenate, cioè un privato, che si faceva carico di diffondere arte e cultura pagando di tasca propria.
Così fu anche per la nostra Biblioteca Malatestiana, una storia che tutti conosciamo, una biblioteca privata che poi divenne pubblica, infatti oggi in ogni angolo della Biblioteca Antica troviamo scritto il nome di Malatesta Novello, colui che l’ha voluta. Ora non voglio arrivare a dire che ogni sala di una biblioteca o di un museo debba essere ricoperta da insegne di possibili sponsor, ma perché non pensare ad uno, o più, Malatesta Novello dei giorni nostri?
Già importanti azioni sono state intraprese in passato ed in questi giorni, solo per citare l’ultima in ordine di tempo, voglio ricordare la cooperazione tra Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena per restaurare numerosi codici Malatestiani. Ma perché non sviluppare un legame più forte tra Amministrazione e aziende o privati? Perché non trovare una figura che si occupi anche del cosiddetto fundraising?
A mio avviso, ma parlo da profano perché non conosco bene come funziona la macchina comunale, la nuova figura del Dirigente del Settore Biblioteca Malatestiana, Cultura e Turismo dovrebbe avere anche questa capacità, cioè quella di creare anche una proficua attività di ricerca di finanziamenti e sponsorizzazioni.

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Cesena libera! 20 ottobre 1944 – 20 ottobre 2014

Il 10649865_690874851020046_3830349209724985175_n20 ottobre del 1944, esattamente settant’anni fa, dopo un periodo buio e torbido che ha coinvolto l’Italia intera, segnato da ogni congelamento dei diritti e delle libertà personali e collettive con l’avvento del fascismo e del dramma della Seconda Guerra Mondiale, Cesena grazie alla lotta partigiana con l’aiuto delle truppe Alleate riesce a liberarsi dall’oppressione nazifascista con un rilevante contributo di donne, uomini e di sangue.

I giovani in Emilia-Romagna nei prossimi trent’anni: cultura e turismo come risposta alla crisi

Biblioteca MalatestianaIn merito al precedente articolo sul futuro della Regione Emilia-Romagna e su come c’è la immaginiamo per i prossimi trent’anni, proponiamo ora delle riflessioni sul futuro della cultura e turismo per i giovani nella nostra regione.

•Nei prossimi anni e decenni le prospettive di sviluppo culturale e turistico della nostra regione vanno pensate all’interno di una progettazione e valorizzazione territoriale più ampia. Bisogna realizzare una Piattaforma Turistico/Culturale Emiliano-Romagnola che colleghi e metta a sistema le varie realtà ed eccellenze regionali, dall’arte all’enogastronomia. Infine è bene ricordare che la nostra Regione si connota più di altre per la presenza di un capitale sociale e di un insieme di forze cooperative che hanno permesso in passato, e permetteranno sempre di più in futuro, la tenuta del tessuto civile di cittadinanza.

•Se Ravenna dovesse essere designata Capitale Europea della Cultura per il 2019 (la proclamazione avverrà a breve: il 17 ottobre 2014), la città bizantina e con essa l’Emilia-Romagna si potrebbero trasformare in un luogo d’incontro e di dialogo tra culture diverse; la candidatura e l’eventuale vittoria hanno l’ambizioso obiettivo di portare “il sistema Romagna ed Emilia” ad emergere a livello nazionale ed europeo come macrolaboratorio di sperimentazione, capace di produrre cultura in maniera partecipata e sinergica. Un’opportunità ed un’importante vetrina che permetterebbe di attrarre l’interesse di cittadini, associazioni ed aziende da tutta Europa con significative ricadute positive oltre che in ambito culturale anche in quello lavorativo ed occupazionale.

•Le istituzioni culturali come biblioteche, musei e teatri devono rafforzare le relazioni con altre istituzioni come scuole ed università, insieme ai quali allestire un’offerta integrata di servizi volti ad una più alta partecipazione alla vita culturale specialmente nei confronti dei più giovani per stimolarli culturalmente, perché sostenere l’energia creativa dei giovani e la loro capacità di innovazione significa aiutarli a sviluppare le proprie potenzialità e a trovare un’occupazione futura.

•Le associazioni culturali presenti nelle città della nostra regione vanno maggiormente valorizzate in modo da poter prestare maggiormente supporto ai giovani artisti concedendo loro spazi per la realizzazione e fruizione di opere ed artigianato artistico, con la finalità di rendere più fruibili i luoghi dell’incontro e dell’espressione artistica, magari valorizzando e ristrutturando edifici abbandonati.

•Concedere ai giovani poderi o fattorie abbandonate in modo da sviluppare una rete di agriturismi od aziende agricole volte a promuovere il “buon vivere” e la ricca cultura agreste ed enogastronomica emiliano-romagnola.

•Rendere maggiormente fruibili le biblioteche come luogo di studio, socializzazione e crescita delle nuove generazioni. 
Occorrono accoglienza ed orari flessibili che incontrino le necessità di chi cerca un luogo aperto per consultare un libro, studiare per un esame o semplicemente leggere un giornale.

•Avvicinare le persone, specialmente i più giovani, all’arte, in particolare quella contemporanea, re-inventando il concetto dei musei e spazi per esposizioni d’arte contemporanea, magari aprendoli anche ad iniziative legate alla movida locale ed eventi ludici.

•Creare delle “StartArt”, su modello delle più famose StartUp, come incubatori di creatività, luoghi d’incontro ove giovani artisti e designer possano confrontarsi e collaborare. Le “StartArt” potrebbero essere anche luoghi di scouting ove aziende abbiamo bisogno di ricercare figure professionali in vari ambiti come in car design, fashion design, furniture design, exhibition design, color design, web design, eccetera.

Conclusioni:
Insieme, giovani e non, possiamo rinnovare le nostre città e la nostra regione, partendo dalla cultura, come risposta all’attuale crisi che oltre ad essere economica è anche morale e sociale. L’Emilia-Romagna ha bisogno di sperimentare un nuovo modello di sviluppo, che guardi all’Europa, capace di rigenerare il territorio e rafforzare il capitale sociale, così facendo si creeranno straordinarie opportunità per avviare un processo di riflessione e “reinvenzione” di sé stessi. L’idea è quella di “contaminare” i paesaggi attuali con i linguaggi della cultura e dell’arte per avviare un processo di riscrittura delle città e dei suoi luoghi. La sfida sarà usare la cultura per attivare nuove energie e guidare il processo di cambiamento delle città, anche attraverso un programma di pianificazione culturale, urbanistica, di lavori pubblici e mobilità che dovrebbero sfociare in un unico Piano per le politiche ed attività Culturali Regionale. Una città ed una regione culturalmente vivace ed attiva aiuta a sviluppare le capacità dei propri giovani ed è inoltre maggiormente attrattiva da un punto di vista turistico. Ricordiamo che in Italia oltre il 63% degli impiegati nel settore turistico ha meno di 40 anni ed il 30% meno di 30. La vocazione turistica e ricettiva del nostro Paese e dell’Emilia-Romagna rappresenta un tassello perfetto per poter coniugare il mondo culturale ed il mondo delle imprese.

La storia di un comico buffo

HitlerSi chiama populista chi racconta alla gente quello che vogliono sentirsi dire. In realtà sanno solo trovare capri espiatori per tutto ma mai la soluzione al problema. Bisognerebbe studiare e ripassare molto bene la storia. Negli anni ’20 del secolo scorso, la Germania dilaniata dalla disoccupazione (vera), dalla fame (quella vera), dalla crisi finanziaria (sempre quella vera) e da un’inflazione spaventosa si affidò ad un tipo buffo, con i baffetti alla Charlie Chaplin, che strillava nei comizi che la colpa era tutta dei politici corrotti, che bisognava mandarli tutti a casa e che lui avrebbe sistemato e risolto tutti i problemi del Paese. La gente accorreva, si divertiva e gli dava ragione e poi gli diede anche il voto; così il tipo buffo andò al potere, smise di essere buffo e quelli che ridevano smisero di ridere. La fine la conosciamo tutti. Una medicina sbagliata non guarisce ma affossa. Voglio concludere questo mio intervento citando un noto “statista” del secolo scorso, e se gli italiani voteranno ancora per la “medicina sbagliata” (cioè i vari Grillo, Berlusconi, Salvini e Meloni), ahimè e ahinoi, questo noto “statista” l’ha vista giusta anche questa volta:
«L’arte della propaganda consiste nel comprendere le idee emotive delle grandi masse e nel trovare, attraverso una forma psicologicamente corretta, la strada per raggiungere la loro attenzione ed il loro cuore. Da tutto ciò nasce la seguente regola: la ricettività delle grandi masse è molto limitata, la loro intelligenza modesta, ma il loro potere di dimenticare enorme.»
Adolf Hitler

Tratto da: “La storia di un tipo buffo”.

Leggo di regimi dittatoriali, di colpi di stato, di grandi complotti…

Cesena RenziLeggo di regimi dittatoriali, di innumerevoli colpi di stato, di grandi complotti per non mandare il “popolo” a votare. Meno male che questa dittatura non riguarda l’Italia, visto che negli ultimi 20 anni abbiamo votato ben sei volte (nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 e 2013) e che presto ci accingeremo anche a votare per il Parlamento Europeo e le Amministrative. Menomale, dico io, che al governo non abbiamo un massone nominato dai banchieri ma il Segretario di un partito che ha preso più voti sia alla Camera che al Senato, che poi ha vinto praticamente tutte le elezioni amministrative del 2013, aggiudicandosi ben 19 su 21 comuni capoluogo di provincia: da Catania a Treviso, da Brescia a Siena, da Avellino a Vicenza, passando anche per la Capitale: Roma! Lo stesso partito che qualche mese fa ha vinto anche le Regionali in Friuli-Venezia Giulia, in Basilicata, in Trentino-Alto Adige ed in Sardegna. Mi dispiace tanto per molte persone che evidentemente risiedono in un qualche paese dove non si va mai a votare. Gli mando un abbraccio forte e tutta la mia solidarietà. Gli auguro, un giorno, di sperimentare la democrazia, o almeno di capire come funzioni.
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Dal Liceo “Righi” idee bio per il futuro

Verde 1Cesena ha fatto da apripista per il progetto europeo “Io giovane cittadino in Europa”, coordinato dalla Cooperativa Controvento con la partnership, fra gli altri, dei Comuni di Cesena, Forlì, Rimini, delle Facoltà di Architettura e Psicologia, e del Centro per l’Innovazione e lo Sviluppo Economico della Camera di Commercio della Provincia di Forlì-Cesena. Vi hanno partecipato giovani fra  i 18 e i 25 anni delle tre città, l’iniziativa ha l’obiettivo di stimolare la capacità progettuale e la partecipazione civile dei ragazzi attraverso lo sviluppo di una serie di progetti.

 

Tra le varie proposte presentate colpisce piacevolmente quella di sei ragazzi della classe 5° B-R del Liceo Scientifico “Augusto Righi” di Cesena: augurano una città più sensibile al verde ed all’agricoltura biologica grazie al progetto “Il mio piccolo bio”.

Esso vuole essere uno strumento di educazione del cittadino alla salute, al benessere ed al controllo diretto della propria alimentazione. I ragazzi promotori del programma spiegano che «l’idea è nata dalla constatazione della carenza di spazi verdi nella nostra città e in particolare nel privato e abbiamo pensato che potrebbe essere importante integrare la cultura della natura anche nel quotidiano. Abbiamo pensato allora ad un modo per recuperare la cultura e la cura del verde, carente nel nostro paese».

 

Continuano: «gli obbiettivi che ci siamo posti sono stati quelli di favorire la riflessione sulla necessità di rilocalizzare la produzione di cibo, per incrementare l’autonomia e la resilienza alimentare locale, di promuovere uno stile di vita basato sull’autonomia personale e d’incentivare l’autoproduzione di cibo a livello locale domestico, incentivando un’alimentazione più sana, sottoposta a controllo diretto».

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Nelson Mandela: un simbolo di libertà!

MadibaOggi il mondo piange! Abbiamo perso un uomo che ha passato gran parte della sua vita al servizio degli ultimi e a svegliare le coscienze dei potenti. Voleva creare un’Africa migliore, un mondo migliore, sconfiggere l’Apartheid, ed oggi se un sudafricano può vivere una vita più dignitosa e decorosa lo deve a lui! Non si possono aggiungere parole, immagini o suoni per compensare una mancanza, una ferita così dolorosa. Il silenzio è calato tra di noi e la Terra tutta, ed in tristi avvenimenti come questi non ci rimane altro che un grande insegnamento da preservare e tramandare di generazione in generazione. Auguri Madiba per il tuo ultimo viaggio!