VII Congresso dei Giovani Democratici di Cesena

È con piacere che invitiamo tutte le giovani e tutti i giovani cesenati al Congresso dei Giovani Democratici di Cesena che si terrà mercoledì 16 novembre 2022 alle ore 20:45 presso la Sala Conferenze del PD di Cesena (Viale Bovio n°28).

Parleremo degli obiettivi e dei progetti per i prossimi 3 anni di mandato, e alla fine ci sarà anche un momento conviviale con un piccolo rinfresco.

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Cesena sia sempre di più a misura di studente

Nel pomeriggio di giovedì 6 febbraio una delegazione dei Giovani Democratici di Cesena ha incontrato il Sindaco Enzo Lattuca per discutere e fare il punto della situazione sulle esigenze riguardanti le studentesse e gli studenti cesenati.
È stata un’importante occasione di scambio di idee e di proposte per intraprendere azioni volte a migliorare la vita delle giovani e dei giovani in città.
Una città che desideriamo possa essere sempre di più a misura di studente, capace di attrarre anche da fuori talenti in grado di fare crescere culturalmente ed economicamente il nostro territorio.
Una città che mette al centro la tutela e la diffusione dei saperi è anche una città capace di rimanere al passo coi tempi.

Documento Congressuale dei Giovani Democratici di Cesena 2019

INTRODUZIONE

Sono trascorsi undici anni da quando furono fondati i Giovani Democratici. Oggi, nonostante gli acciacchi, sono la più numerosa ed attiva organizzazione giovanile politica d’Italia, tra le prime in Europa.

In questi anni, nel nostro Paese, sono emerse numerose emergenze e diseguaglianze: di natura sociale, economica, ambientale, culturale e tante altre. Il mondo è diventato sempre più piccolo in un lasso di tempo troppo breve. Non siamo riusciti a farci trovare pronti per dare le adeguate risposte alle domande di cambiamento. Tutta la Sinistra in Italia, con a capo il Partito Democratico, non è riuscita a vincere questa sfida così complessa e articolata.

Abbiamo permesso che al nostro posto trionfassero le logiche delle risposte facili. Nella società, purtroppo, sta prevalendo con maggiore insistenza la volontà del tutto e subito, ma ciò non paga mai nulla.

Noi Giovani Democratici crediamo in un’idea diversa di società: più colta, più giusta, più verde, dove ci siano opportunità e diritti e doveri per tutti. Una società con un’identità finalmente ritrovata, dove tutti possano essere liberi di esprimere se stessi e di sentirsi al sicuro.

Per questi motivi noi Giovani Democratici non siamo il Partito Democratico del futuro. Siamo già quello del presente. Perché è assieme al Partito Democratico che, con spirito critico, vogliamo combattere queste battaglie.

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Sorelle e fratelli d’Europa

Vogliamo esprimere il nostro cordoglio alla comunità francese ed europea per l’orrendo e vile attentato di Strasburgo. Il folle gesto di aprire il fuoco in un mercatino natalizio rischia di accentuare un clima di odio e non possiamo permetterci di rinchiuderci nella paura. La nostra risposta non può e non deve essere il rancore. Vogliamo ribadire con forza che l’unica risposta possibile, per poter continuare a vivere in una società sicura e libera, deve essere la costruzione continua di una società accogliente e plurale.
Pertanto per Sabato 15 Dicembre alle ore 18:00 è stato organizzato un sit-in pubblico in Piazza del Popolo di Cesena per esprimere solidarietà alle vittime, alle loro famiglie e a tutta la nostra grande comunità di cittadini europei. Solo rimanendo uniti possiamo abbattere i muri dell’indifferenza per creare una comunità forte, capace di difendere i più deboli e di garantire un’elevata qualità della vita.

Giornata Mondiale contro l’AIDS 2018

“Ignorance = Fear” di Keith Haring

Il 1° dicembre si celebra ogni anno la Giornata Mondiale contro l’AIDS, una ricorrenza importante ed utile per sensibilizzare la popolazione su tutto ciò che riguarda questa malattia e su come proteggersi da essa, ma può essere altresì l’occasione per informarsi anche sulle altre Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST).
Detto ciò è bene anche sottolineare che bisogna combatte l’AIDS e non le persone con l’AIDS. Le persone sieropositive possono condurre una vita sociale normale, ma sono spesso vittima di pregiudizi infondati, l’unico modo per contrarre il Virus HIV (e quindi l’AIDS) è tramite un qualsiasi tipo di rapporto sessuale non protetto. Quindi l’unica maniera efficace per evitare tutto ciò consiste nella prevenzione, cioè usando il profilattico.
Per questo, come Giovani Democratici di Cesena, abbiamo deciso in tale data di mobilitarci per informare i più giovani, ci troveremo intorno alle ore 13:00 durante la campanella d’uscita delle scuole superiori, nei pressi della Stazione Ferroviaria e del Punto Bus in Piazzale Karl Marx. Distribuiremo dei profilattici con allegato dei volantini che espongono in poche parole i numeri della malattia in Italia, su come proteggersi da essa e per rompere lo stigma sulle persone sieropositive.
Inoltre, ci teniamo a sottolineare, che da quest’anno la Regione Emilia-Romagna ha approvato un documento che rende gli anticoncezionali gratuiti (dai preservativi alla pillola, eccetera) per tutti gli under 26. Per maggiori informazioni su come usufruire di questo nuovo e importante servizio consigliamo a tutti i giovani di rivolgersi presso il proprio Medico di Base o presso il Consultorio e Spazio Giovani di Cesena dell’AUSL, che si trova in Piazza Anna Magnani n°147 (Telefono Consultorio: 0547-394232 e Telefono Spazio Giovani: 0547-394244).
Ci mobilitiamo perché siamo convinti che vivere in maniera consapevole la propria sessualità sia il miglior modo per rispettare se stessi e gli altri.

Educazione alla Cittadinanza: una firma per il nostro futuro


Questa mattina, con le nostre firme, abbiamo contribuito alla proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre l’ora di “Educazione alla Cittadinanza” come materia scolastica.

Siamo convinti che uno degli investimenti più utili che il nostro Paese possa fare sia quello sulle nuove generazioni, sul prezioso capitale umano che compone la nostra Nazione. Per noi il compito del scuola deve essere quello di formare dei “buoni cittadini”.

Per questo sosteniamo la campagna promossa dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per far apprendere ai cittadini di oggi e di domani principi di solidarietà ed uguaglianza universali mediante lo studio della nostra Costituzione, delle Istituzioni dello Stato Italiano e dell’Unione Europea, dei Diritti Umani ed anche all’educazione per il rispetto dell’ambiente e della legalità. Continue reading

La prima volta non si scorda mai

Si sente dire un po’ ovunque che i giovani non si interessano più di cosa accade loro attorno, di discutere di politica, dei problemi del Paese e confrontare le proprie idee con quelle altrui. Nulla di più falso.
Ai giovani manca la possibilità, non la volontà di un confronto, manca un luogo fisico fatto di persone reali con cui discutere, perché viviamo in un mondo che ci ha abituato a discutere solo con noi stessi interrogandoci non più per mettere in dubbio, ma per confermare ciò che già ritenevamo giusto.
E allora questa è l’occasione giusta per dimostrare che al giovane importa in prima persona del suo futuro, e che basta dargli voce per sentire quante cose ha da dire. Continue reading

Ecco perché amo la politica

Classe Dem 1Titolo originale: “ClasseDem mi ha insegnato perchè amo la politica”
Scritto da: Lorenzo Borga, 12 aprile 2016
Dal blog: “Lo stato solido”

Scrivo questo post a poco più di 24 ore dalla chiusura della prima edizione di ClasseDem. Per chi non lo sapesse, si tratta della scuola nazionale di formazione politica organizzata dal Partito Democratico, 5 weekend di incontri e conferenze a Roma, da febbraio ad aprile. Un’esperienza importante che ha coinvolto 400 ragazzi e ragazze da tutta Italia e che dimostra quanto il mio partito, il Partito Democratico (ebbene sì, sono tesserato da ottobre 2015 da quando lavoro a “Una nuova Scuola per il Trentino“) punti sulla formazione e sulla selezione della classe dirigente. Una delle funzioni fondamentale che la democrazia rappresentativa affida ai partiti, che se ne prendono ancora troppo poco carico.

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ER giovani in prima linea – L’Emilia-Romagna che investe nel futuro

er gdCome Giovani Democratici di Cesena e dell’Emilia-Romagna abbiamo preparato un documento in vista delle prossime elezioni regionali del 23 novembre 2014. Tale documento è stato presentato a Bologna, lo scorso lunedì 3 novembre (era presente anche una delegazione dei GD cesenati), al candidato Presidente per la Regione Emilia-Romagna per il centro-sinistra Stefano Bonaccini che ha accolto con favore le nostre idee, ed il fatto che si sia detto pronto ad integrare queste proposte nel suo programma è un ulteriore segno del suo forte impegno per costruire un progetto all’avanguardia per questa regione.
“ER giovani in prima linea – L’Emilia-Romagna che investe nel futuro” è un progetto dedicato agli under 35, studenti e lavoratori, della nostra regione.
Un piano generazionale con obiettivi ambiziosi: abbattimento della precarietà, introduzione del reddito minimo garantito, stabilizzazione dei rapporti di lavoro, trasporti gratuiti o con forti sconti, piano casa con agevolazioni per vivere soli o in coppia, sanità agevolata, viaggi all’estero per studenti, diritto allo studio con forte investimenti su studentati, mense e servizi, potenziamento del comparto turistico e promozione della cultura ed arte.
Per leggere la versione integrale del documento clicca qui!

I giovani in Emilia-Romagna nei prossimi trent’anni: cultura e turismo come risposta alla crisi

Biblioteca MalatestianaIn merito al precedente articolo sul futuro della Regione Emilia-Romagna e su come c’è la immaginiamo per i prossimi trent’anni, proponiamo ora delle riflessioni sul futuro della cultura e turismo per i giovani nella nostra regione.

•Nei prossimi anni e decenni le prospettive di sviluppo culturale e turistico della nostra regione vanno pensate all’interno di una progettazione e valorizzazione territoriale più ampia. Bisogna realizzare una Piattaforma Turistico/Culturale Emiliano-Romagnola che colleghi e metta a sistema le varie realtà ed eccellenze regionali, dall’arte all’enogastronomia. Infine è bene ricordare che la nostra Regione si connota più di altre per la presenza di un capitale sociale e di un insieme di forze cooperative che hanno permesso in passato, e permetteranno sempre di più in futuro, la tenuta del tessuto civile di cittadinanza.

•Se Ravenna dovesse essere designata Capitale Europea della Cultura per il 2019 (la proclamazione avverrà a breve: il 17 ottobre 2014), la città bizantina e con essa l’Emilia-Romagna si potrebbero trasformare in un luogo d’incontro e di dialogo tra culture diverse; la candidatura e l’eventuale vittoria hanno l’ambizioso obiettivo di portare “il sistema Romagna ed Emilia” ad emergere a livello nazionale ed europeo come macrolaboratorio di sperimentazione, capace di produrre cultura in maniera partecipata e sinergica. Un’opportunità ed un’importante vetrina che permetterebbe di attrarre l’interesse di cittadini, associazioni ed aziende da tutta Europa con significative ricadute positive oltre che in ambito culturale anche in quello lavorativo ed occupazionale.

•Le istituzioni culturali come biblioteche, musei e teatri devono rafforzare le relazioni con altre istituzioni come scuole ed università, insieme ai quali allestire un’offerta integrata di servizi volti ad una più alta partecipazione alla vita culturale specialmente nei confronti dei più giovani per stimolarli culturalmente, perché sostenere l’energia creativa dei giovani e la loro capacità di innovazione significa aiutarli a sviluppare le proprie potenzialità e a trovare un’occupazione futura.

•Le associazioni culturali presenti nelle città della nostra regione vanno maggiormente valorizzate in modo da poter prestare maggiormente supporto ai giovani artisti concedendo loro spazi per la realizzazione e fruizione di opere ed artigianato artistico, con la finalità di rendere più fruibili i luoghi dell’incontro e dell’espressione artistica, magari valorizzando e ristrutturando edifici abbandonati.

•Concedere ai giovani poderi o fattorie abbandonate in modo da sviluppare una rete di agriturismi od aziende agricole volte a promuovere il “buon vivere” e la ricca cultura agreste ed enogastronomica emiliano-romagnola.

•Rendere maggiormente fruibili le biblioteche come luogo di studio, socializzazione e crescita delle nuove generazioni. 
Occorrono accoglienza ed orari flessibili che incontrino le necessità di chi cerca un luogo aperto per consultare un libro, studiare per un esame o semplicemente leggere un giornale.

•Avvicinare le persone, specialmente i più giovani, all’arte, in particolare quella contemporanea, re-inventando il concetto dei musei e spazi per esposizioni d’arte contemporanea, magari aprendoli anche ad iniziative legate alla movida locale ed eventi ludici.

•Creare delle “StartArt”, su modello delle più famose StartUp, come incubatori di creatività, luoghi d’incontro ove giovani artisti e designer possano confrontarsi e collaborare. Le “StartArt” potrebbero essere anche luoghi di scouting ove aziende abbiamo bisogno di ricercare figure professionali in vari ambiti come in car design, fashion design, furniture design, exhibition design, color design, web design, eccetera.

Conclusioni:
Insieme, giovani e non, possiamo rinnovare le nostre città e la nostra regione, partendo dalla cultura, come risposta all’attuale crisi che oltre ad essere economica è anche morale e sociale. L’Emilia-Romagna ha bisogno di sperimentare un nuovo modello di sviluppo, che guardi all’Europa, capace di rigenerare il territorio e rafforzare il capitale sociale, così facendo si creeranno straordinarie opportunità per avviare un processo di riflessione e “reinvenzione” di sé stessi. L’idea è quella di “contaminare” i paesaggi attuali con i linguaggi della cultura e dell’arte per avviare un processo di riscrittura delle città e dei suoi luoghi. La sfida sarà usare la cultura per attivare nuove energie e guidare il processo di cambiamento delle città, anche attraverso un programma di pianificazione culturale, urbanistica, di lavori pubblici e mobilità che dovrebbero sfociare in un unico Piano per le politiche ed attività Culturali Regionale. Una città ed una regione culturalmente vivace ed attiva aiuta a sviluppare le capacità dei propri giovani ed è inoltre maggiormente attrattiva da un punto di vista turistico. Ricordiamo che in Italia oltre il 63% degli impiegati nel settore turistico ha meno di 40 anni ed il 30% meno di 30. La vocazione turistica e ricettiva del nostro Paese e dell’Emilia-Romagna rappresenta un tassello perfetto per poter coniugare il mondo culturale ed il mondo delle imprese.

I giovani nell’Emilia-Romagna dei prossimi trent’anni

Un aiuto ci giunge dall'Europa ma è ancora poco

Un aiuto ci giunge dall’Europa ma è ancora poco

Tralasciando le recenti vicende riguardanti le primarie di coalizione per le regionali, i Giovani Democratici emiliano romagnoli vogliono dare un contributo concreto alla discussione programmatica che (finalmente) si sta sviluppando in regione.

Quale Emilia-Romagna vogliamo nei prossimi trent’anni? E’ davvero possibile una regione a misura di giovane? sembra quasi grottesco parlare di una riscossa dei giovani in un momento di assoluta crisi economica e valoriale per tutte le giovani generazioni. Invece proprio da questa depressione totale delle politiche giovanili dobbiamo trarre un’importante lezione: senza giovani preparati ed intraprendenti la nostra società è destinata alla fine.
E’ necessario, innanzitutto, prendere esempio da buone pratiche in campo di politiche per i giovani che ci giungono da altra regioni ed altri paesi.
In secondo luogo, è giunto il tempo di cambiare definitivamente la credenza assai diffusa secondo cui i denari spesi per i giovani in svariati ambiti siano denari sprecati e senza alcun ritorno. Quelle che in un orizzonte di breve termine sono spese come tante altre che uno Stato ha, nel giro di pochi anni diventano investimenti. Il loro ritorno è, inoltre , estremamente concreto: giovani che fondano aziende di successo mondiale grazie ad una formazione di alto livello, giovani dotati di un “know how” in grado di attirare investimenti privati. Di conseguenza il ritorno è anche spirituale e astratto ma assai importante.

Ma come fare tutto questo?

Di seguito alcune idee che potranno dare un contributo alla discussione programmatica in seno alla giovanile regionale.

  • Esperienza lavorativa in una realtà estera (in particolare aziende) in modo da apprendere un “know-how” da riportare poi in regione ed una lingua straniera. Sarebbero coinvolte le realtà imprenditoriali e pubbliche del territorio che trarrebbero vantaggio dall’assumere giovani che, grazie alle  competenze acquisite, le permetterebbero di ampliarsi in ambito internazionale (l’unico orizzonte possibile per quasi tutte le imprese della regione). Il soggiorno estero sarebbe anche supportato da una borsa di studio. Questo progetto, in fase di sperimentazione da parte della Regione Lazio (“Torno subito”), sarebbe da integrare alla Garanzia Giovani che nella nostra regione favorisce l’entrata nel mondo del lavoro e/o la specializzazione di giovani tra i 15 ed i 29 anni. Il difetto della Garanzia Giovani sta proprio nella scarsa importanza data all’internazionalizzazione dei giovani stessi. La nostra regione è sempre più proiettata verso il mondo perciò è assolutamente necessario che i giovani non si trovino in imbarazzo di fronte ad un orizzonte che è diventato globale.
  • Sostegno economico per studenti (22-29 anni), con ISEE basso, che decidono di frequentare scuole internazionali ad alta specializzazione ma con costi molto alti e che decidono di tornare poi in Regione per rimettere in gioco le alte competenze acquisite. Questo sostegno si rende necessario in quanto in Italia non siamo dotati di scuole di alta gamma per il post-laurea. Parallelamente è necessario un serio investimento nella costituzione di corsi estremamente specifici e qualificati per la creazione di un profilo professionale di alto livello nel post-laurea.
  • Sulla scia del progetto di formazione professionale nato dalla collaborazione tra Ducati, Lamborghini e gli istituti “Aldini Valeriani” e “Belluzzi-Fioravanti”, potenziamento del rapporto tra scuola/università e lavoro ove possibile. Anche in tal caso è necessario uno stretto rapporto tra enti pubblici ed imprese. Quest’ultime non sarebbero certo da favorire tramite estemporanei quanto inutili sgravi fiscali sull’assunzione di giovani ma esse stesse trarrebbero vantaggio dall’entrata in azienda di profili estremamente qualificati e già con esperienze lavorative.
  • Favorire gli interscambi con scuole di tutto il mondo da parte delle scuole (in particolare superiori) emiliano-romagnole. Quindi soggiorni di almeno due mesi all’estero (durante un periodo di frequenza scolastica nel paese ospitante) per imparare la lingua e allargare l’orizzonte futuro dei giovani. Ugualmente altri giovani verrebbero ospitati per un soggiorno studio in Emilia-Romagna. La regione dovrebbe quindi facilitare l’apertura e la continuazione di relazioni con istituti esteri. Questo progetto è presente in diverse scuole emiliano-romagnole ma senza alcuna rete di connessione regionale che ne permetta l’allargarsi e il rafforzarsi.
  • Sostegno del diritto allo studio, in particolare delle fasce più deboli della popolazione giovanile. Allargamento degli studentati con affitto calmierato per gli universitari il cui ISEE è sotto una certa soglia. Inoltre maggiori borse di studio specifiche per studenti meritevoli in precarie condizioni economiche. Continuazione dell’ottimo servizio di aiuto nel pagamento delle spese per l’acquisto dei libri di testo a favore degli studenti con ISEE basso delle scuole medie e superiori.
  • Aperture delle biblioteche, delle aule studio e, se necessario, anche degli istituti scolastici, in fasce orarie ampie (anche fino a mezzanotte).
  • Misure che incentivino l’inclusione scolastica. Corsi di approfondimento e recupero durante tutto l’anno scolastico.
  • Promozione di incontri nelle scuole su alimentazione e droghe.
  • Mense convenzionate per studenti (servizio già ottimo in tutta la Regione).
  • Sconti nel prezzo degli abbonamenti per studenti pendolari con un reddito ISEE basso. Obbligo della costituzione da parte delle aziende del trasporto pubblico locale dei “comitati consultivi degli utenti” (come previsto nella legge regionale 30/98 art. 17) che favorirebbero senza dubbio un maggior servizio negli orari di punta di entrata e uscita a/da scuola.
  • Prezzo dell’abbonamento al bus o alla corriera in base all’ ISEE e al numero di figli.
  • Servizio civile riservato al 50% ai “NEET” fra i 16 e i 29 anni.
  • Incubatrice unica regionale di start-up su cui si devono concentrare gli investimenti finora dispersi in decine di piccoli progetti . Il policentrismo in questo caso risulta sbagliato in quanto le aziende ad alto livello di innovazione tendono a svilupparsi unicamente in veri e propri distretti che le permettano di mettersi in rete tra loro e che consentono agli enti locali di fornire maggiori servizi (banda larga ed altre infrastrutture). Evidentemente questa unica grande incubatrice necessita di un’università vicino. Il rapporto tra start-up e università è strettissimo, le une si nutrono del lavoro dell’altra e viceversa. Trovandosi a Bologna una delle maggiori università d’Europa ed anche un ottimo (forse il migliore al mondo) distretto ad alta innovazione nel packaging, la destinazione delle nuove start-up deve essere unica, la provincia di Bologna.
  • “No tax area” e credito agevolato per le imprese di giovani tra i 19 e i 40 anni.
  • Una sempre maggiore copertura degli asili, in particolare a favore di famiglie a ISEE basso. Nonostante siamo la prima Regione per il servizio degli asili nido, c’è ancora del lavoro da fare. Agevolazioni fiscali per le aziende medio-grandi che decidono di costruire asili aziendali.
  • “Social housing”, ovvero: una locazione di 10/15 anni ad affitto calmierato (massimo 20/30% del reddito familiare) al termine della quale gli abitanti possono decidere se riscattare l’abitazione, anche tramite un mutuo, o lasciarla. La bassa redditività per i costruttori è compensata dalla mano della CDP. Un modello vincente, in primis per le giovani coppie. Ma anche per gli enti pubblici, per il territorio e per imprese edili.

 

 

Io sto con l’Unità

io-sto-con-lUnità-300x150Riproponiamo un’interessante lettera indirizzata al giornalista de la Repubblica Michele Serra scritta da un giovane “democratico” che ha voluto distinguersi da quella parte “indifferente” della nostra generazione.

Da: “La Striscia Rossa”
Scritto da: Roberto Coppola, 3 agosto 2014
Titolo originale: “Risposta aperta a Michele Serra”

Carissimo Michele Serra, ti scrivo dicendoti prima di tutto che seguo religiosamente la tua rubrica, e che per me è fonte di ispirazione e analisi quotidiana.

Come ogni giorno oggi ho letto L’Amaca e ho letto le tue riflessioni sulla chiusura di un giornale storico: L’Unità. Devo confessarti che aspettavo un tuo commento al riguardo.

Vedi, io ho questo mese compio diciannove anni, la prima volta che comprai il giornale ne avevo sedici, comprai proprio L’Unità, da quel momento è cominciata la mia formazione politica, così ho cominciato a scoprire il mondo. Oggi scrivi: “La politica, i partiti, i giornali: è la trinità che ha illuminato la giovinezza di chi oggi viaggia dai cinquanta in su. Trovatemi qualcuno, al di sotto dei trentacinque anni, che consideri un partito o un giornale parte decisiva della propria identità. Figurarsi un giornale di partito.” Ecco, su questo punto vorrei risponderti, io ho meno di trentacinque anni, sono della generazione del 95, quella cresciuta guardando i cartoni animati su Italia Uno e nel pieno della “rivoluzione tecnologica”. Faccio parte di quella generazione che è nata dopo la caduta del Muro Di Berlino e che non ha potuto conoscere la “potenza” e la “forza aggregativa” di quei partiti di massa che fanno parte ormai del passato, non ho conosciuto Berlinguer se non sui libri di storia, non ho conosciuto le manifestazioni di piazza sotto una bandiera e non ho assistito alla creazione di quella “gioiosa macchina da guerra” che poi come naturale evoluzione è diventata il PD. Sostieni che sotto i trentacinque anni nessuno considera un partito o un giornale “parte decisiva della propria identità”, ti sbagli: io al congresso del Partito Democratico di novembre ho fatto la mia prima tessera e sono entrato nei Giovani Democratici, convinto che il mio essere progressista, il mio portare con orgoglio L’Unità nella tasca laterale del jeans fosse parte integrante della mia identità. Che mi distinguesse da quella parte “indifferente” della mia generazione che pensa solo alla discoteca e a divertirsi. Il Mio Partito e il Mio Giornale per me sono parte integrante della mia identità di individuo, il mio far parte di una comunità è una cosa che mi da la forza per battermi per un mondo migliore, come tu stesso hai scritto nella tua rubrica “il sentirsi parte di una comunità era più importante”, ed è più importante, perché in un mondo che accorcia le distanze, e forse contemporaneamente le aumenta sentirsi parte di un qualcosa per me è fondamentale. Credo che questo sia un modo d’essere che non riguarda solo me, grazie ai Giovani Democratici ho conosciuto tanti compagni e compagne che – come me – danno il loro tempo, le loro energie e il loro entusiasmo per il Partito e per un’ideale comune. Proprio la settimana scorsa ero con loro alla Festa de’ L’Unità di Napoli organizzata interamente dai GD e alla quale ha partecipato anche Bersani. E tutti noi per cinque giorni siamo stati li, sotto il sole, a montare i banchetti, i gazebo, il palco e gli impianti mentre tanti nostri coetanei erano al mare, “indifferenti”. Quella parola: “indifferenti”, quelli che Gramsci odiava e che io non comprendo.

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Uno storico risultato per l’Italia e Cesena

GD Foto EC 2014“Questo Paese è decisamente migliore di come ce lo raccontiamo”. Così il premier e segretario del Pd Matteo Renzi nell’apertura della conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo le europee dove ha sottolineato come “gli italiani hanno dimostrato, con una partecipazione significativa, forse la più alta d’Europa, che c’è un’Italia profonda che non si rassegna”. “Il primo segnale, prima ancora del risultato è che l’Italia c’è, è più forte delle paure che la attraversano ed è in grado di incidere con più forza in Europa. Io avverto questa responsabilità innanzitutto”.
“E’ stata una campagna elettorale molto feroce, dico ai a chi sarà eletto di abbassare i toni e alzare le ambizioni. Il risultato di questa notte ci dice che il cambiamento che abbiamo promesso deve arrivare in tempi ancora più veloci”.
“Grazie dal profondo del cuore a tutti italiani che hanno dimostrato con una partecipazione molto significativa, una delle più alte d’Europa, che questo Paese è decisamente migliore di come ce lo raccontiamo. L’Italia c’è! Confermo, non era un referendum sul governo, non lo considero un voto su di me. E’ un voto di speranza straordinaria di un Paese che ha tutte le condizioni per cambiare e per invitare l’Europa a cambiare. In Europa da una parte le forze che vengono definite populiste in alcuni Paesi hanno ottenuto un risultato straordinario e in altri un risultato significativo. Dall’altra parte c’è un’idea di Europa che ha fallito. Nel mezzo il grande spazio per il cambiamento possibile: riportare l’Europa ad essere il luogo delle famiglie, delle imprese. Questo è il nostro sogno. Questo risultato ci spinge fortissimamente ad avere consapevolezza del nostro compito”.

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